martedì 2 settembre 2014

DA L'ATTACCO DEL 2 SETTEMBRE 2014



1. LA SENTENZA 
DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI FOGGIA
E LA CONDANNA DI TAMBURRINO


Dalla sentenza del giudice del lavoro dott. Maristella Agostinacchio: “il Seminario Diocesano deve essere condannato a reintegrare il lavoro nel posto di lavoro con le mansioni svolte in precedenza o con altre a queste equivalenti oppure, in alternativa, a scelta del ricorrente, a corrispondergli un’indennità pari a quindici mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto. Va inoltre condannato al risarcimento del danno subito dal ricorrente mediante il pagamento di un’identità corrispondente alla retribuzione globale di fatto maturata dalla data del licenziamento sino all’effettiva reintegra, oltre agli interessi di legge da computarsi sulle somme via via rivalutate sino al soddisfo, nonché a versare i contributi assistenziali e previdenziali dal momento del licenziamento sino alla effettiva reintegrazione nel posto di lavoro. Le spese seguono e sono liquidata come da dispositivo, applicando i criteri di liquidazione per le controversie di valore indeterminabile, previa compensazione delle spese nel rapporto processuale con la parta resistente mons. Tamburrino, tenuto conto della difficoltà interpretativa della vicenda negoziale oggetto del giudizio. P.Q.M. rigetta il ricorso proposto nei confronto di mons. Tamburrino in proprio; accoglie la domanda proposta nei confronti del Seminario Diocesano, in persona del l.r.p.t. e per l’effetto dichiara l’inefficacia del licenziamento orale intimato in data 27.09.2013 ed ordina al Seminario Diocesano di procedere alla reintegrazione di Berardi Angelo nel posto di lavoro, con le mansioni precedentemente svolte o con altre di contenuto equivalente oppure in alternativa, a corrispondergli un’indennità pari a quindici mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto; condanna il datore di lavoro al risarcimento del danno subito dal ricorrente mercé la corresponsione di un’indennità commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto maturata dal giorno del licenziamento sino a quello dell’effettiva reintegrazione il tutto aumentato degli interessi legali da computarsi sulle somme via viva rivalutate dalla data di maturazione del credito al soddisfo, nonché a versare i contributi assistenziali e previdenziali dal momento del licenziamento sino alla effettiva reintegrazione nel posto di lavoro; condanno il Seminario Diocesano in persona del l.r.p.t. al pagamento in favore del ricorrente delle spese del giudizio, che liquida in euro 5,000,00, con distrazione; compensa integralmente le spese del giudizio nel rapporto processuale tra il ricorrente e mons. Tamburrino. Si comunichi. Foggia 28 luglio 2914. Il Giudice del Lavoro Maristella Agostinacchio”.

Fin qui la sentenza. Per chi si fosse perso l’intera vicenda è presto ricostruita. Le date sono fondamentali. Il 20 luglio 2013 don Fausto Parisi, per motivi di salute, dà le dimissioni da dirigente scolastico del Liceo Sacro Cuore di Foggia, scuola paritaria gestita da mons. Tamburrino. Da quella data si ha una ridda di nomi per la successione. Il più quotato è il prof. Ernesto Frasca, fortemente voluta da don Bruno Bassetto e don Pietro Giacobbe, rispettivamente economo e rettore del seminario. Il prof. Frasca ha una lunga esperienza di docente di latino e greco presso il liceo Lanza di Foggia e di vice preside nella medesima scuola. Il 27 di luglio il colpo di scena: il prescelto rinuncia all’incarico, per “motivi familiari”. Una motivazione sospetta, la realtà sono i debiti insoluti della gestione precedente. Al suo posto viene scelta la prof.ssa Barbara Di Simio, da anni docente di latino e greco presso la stessa scuola paritaria. Il 30 agosto 2013 si fanno solo le consegne didattiche, tra don Fausto Parisi e la prof.ssa Di Simio, alla presenza di don Pietro Giacobbe in rappresentanza del vescovo Tamburrino. Le consegne amministrative vengono rinviate a data da destinarsi per la malattia del dott. Ciccarelli, un dipendente con le mansioni di amministratore. Consegne amministrative mai fatte. Da quella data è come se in quella scuola si fosse materializzata un’autentica caccia alle streghe. Vengono di fatto messi alla porta senza mezzi termini, tutti i “dipendenti”, adducendo la motivazione che erano stati assunti da don Fausto Parisi e non da mons. Tamburrino, e da una ditta da lui non riconosciuta denominata “Ginnasio-Liceo Sacro Cuore” differente da quella ufficiale denominata “Liceo Classico Sacro Cuore”. La prima a saltare è la Onlus Giovanni Paolo II che svolgeva attraverso personale proprio servizi di pulizia, assistenza di corridoio, psicologo ecc., e poi uno dopo l’altro i tre dipendenti assunti tempo prima a tempo indeterminato. Lettere degli avvocati, sottoscritti da Tamburrino, telegrammi e lettere personali del gestore, a tamburo battente, coprono l’arco dei due mesi di settembre e ottobre, nonostante le rimostranze degli interessati e la minacce a adire alle vie legali. L’epurazione finisce a Natale quando anche l’ultima dipendente, Angela Nardella, viene “espulsa”, nonostante un contrattino partime a due ore, rinnovato di venti giorni in venti giorni. Non passano due mesi che la Onlus chiede al tribunale il decreto ingiuntivo per i mesi non retribuiti nell’ultimo periodo del 2013, oltre al ricorso per “unilaterale scissione del contratto” che doveva chiudersi nel 2015. Il dott. Ciccarelli tra rinvii d’ogni sorta è il primo che ha un verdetto “di rinvio”, con la poco chiara motivazione di “non risultare licenziato”. Poi prendono forma i ricorsi di Angelo Berardi e di Angela Nardella. Il primo si conclude come si è detto il 28 luglio 2014, con la condanna di Tamburrino, e il secondo ha subito un rinvio per l’imminenza delle vacanze e della chiusura del tribunale. L’udienza è prevista per il 2 di ottobre. Nel frattempo è partita la denuncia all’ispettorato del lavoro, da parte di Angela Nardella, per il pagamento di ore lavorative e di straordinari mai pagati. Anche questa vertenza dovrebbe concludersi in questo mese di settembre.






2. LE TESI DELL'AVV. G. MARZOCCO 

E QUELLE DEL GIUDICE AGOSTINACCHIO




Dopo la pubblicazione nei primi di luglio della prima udienza del processo che vedeva contrapposti Angelo Berardi, ex-dipendente del Liceo Sacro Cuore, e mons. Francesco Pio Tamburrino, suo gestore, è giunta in redazione una lettera da parte dell’avvocato Gianfranco Marzocco, nella quale si chiede di “attenersi ai fatti”, “senza inseguire affannosi ed eccentrici desideri aliundi”, riservandosi, “ogni opportuna iniziativa che si rendesse necessaria”. Ed ecco i “fatti”, colti direttamente dalla memoria difensiva del 24/04/2014”, assieme alla sentenza del giudice Agostinacchio. A pagina 8: «2-Il Seminario Diocesano, a partire dall’anno 2007, ha nominato coordinatore della Scuola, don Fausto Parisi, al quale affidava il compito di organizzare i servizi amministrativi, contabili e di segreteria ed, il suddetto prelato, a sua volta, demandava la gestione di detti servizi ad un diverso soggetto giuridico, il Ginnasio Liceo  Sacro Cuore, che in assoluta autonomia e con il ricorso ed utilizzo di proprio personale, vi provvedeva. 3-L’odierno ricorrente, quindi, avrebbe prestato la propria attività presso la scuola “Sacro Cuore” del Seminario Diocesano, in qualità di dipendente del Ginnasio Liceo. 4- In questo ambito, pertanto, occorre contestare, fermamente, che il sig. Berardi abbia mai espletato attività lavorativa alle dipendenze dirette della scuola ”Sacro Cuore” del Seminario Diocesano, essendo, si ribadisce, stato dipendente solo ed esclusivamente del Ginnasio Liceo di don Faustino Parisi». Contro questa tesi la sentenza del giudice Agostinacchio depositata il 28 luglio 2014: «Il sig. Berardi…chiede che sia accertato che, don Fausto Parisi agì in nome e per conto del Seminario Diocesano, unico centro d’imputazione d’interessi di cui il Ginnasio Liceo Sacro Cuore costituiva una mera articolazione didattico amministrativa. Tale ricostruzione appare fondata»; “Occorre verificare esclusivamente se dal 2007 al 2013 sia esistito un soggetto giuridico autonomo che operava sotto la ditta “Liceo Ginnasio Sacro Cuore”, avente come titolare don Fausto Parisi. Tale conclusione non trova conferma nei documenti allegati, il cui esame induce, al contrario a ritenere che il Liceo Ginnasio Sacro Cuore (o Liceo Sacro cuore) rappresentasse una struttura didattica paritaria, costituita in seno al Seminario Diocesano”






3. TUTTI I PERSONAGGI DELLA STORIA 


La vicenda del Liceo Classico Paritario Sacro Cuore di Foggia ha tenuto banco sui giornali da settembre 2013 a luglio 2014, data della prima condanna di mons. Tamburrino. La vicenda ha visto coinvolti molti personaggi, alcuni noti, altri del tutto sconosciuti. Si coglie l’occasione per dei brevi profili.

Don Fausto Parisi. E’ stato dal 2007 al 2013 il dirigente scolastico del Sacro Cuore. E’ stato lui ad ottenerne la parità e a incrementare il numero degli allievi da 35 a 130. Per motivi di salute nel luglio 2013 ha rassegnato le dimissioni nelle mani di mons. Tamburrino. Fatte le consegne didattiche (quelle amministrative, rinviate non sono mai state fatte) è stato oggetto di continui attacchi diffamatori: quello principale di aver dato vita a una scuola parallela, soggetto giuridico autonomo, scuola seconda rispetto a quella ufficiale.

Don Bruno Bassetto. Economo  del seminario e della scuola privata e poi paritaria (fino all’anno scolastico 2006-2007). Personaggio schivo, “brontolone”, tanto da intervenire continuare nella disciplina della scuola. “Sempre per risparmiare: i termosifoni li accendeva alle nove per poi spegnerli alle 11”, con gran lamento di docenti e studenti. Patron di molti professori, esplicitamente da lui “raccomandati” e in particolare patron della neo dirigente scolastica prof.ssa Barbara di Simio e vicepreside Di Mola. Sempre addentro alle cose della scuola, era soprannominato “l’esattore delle tasse” puntuale come un marchigiano ogni mese a chiedere soldi al dott. Ciccarelli, per tutte le bollette del seminario, da sempre pagate interamente dalla scuola paritaria.

Don Pietro Giacobbe. Rettore del seminario. Al corrente di tutto e di tutti, anche se costantemente chiuso nel suo ufficio, dal quale usciva un acre odore di tabacco. Anche lui coinvolto nella scelta del successore. La sua responsabilità nell’affair Liceo Sacro Cuore è stata quella di essere il rappresentante del vescovo nelle consegne tra don Fausto Parisi e la prof.sa Di Simio. Sua colpa: non aver mai dato corso alle consegne amministrative. Per fare il rettore, dicei anni fa, aveva rinunciato alla parrocchia di s. Giuseppe artigiano. A settembre lascerà il seminario, cinque studenti in tutto, per ritornare a fare il parroco alla Collegiata di san Marco in Lamis. Suo paese natio.

Prof.ssa Barbara Di Simio. Docente da molti alti presso il liceo Sacro Cuore e ora neo coordinatrice didattica. E’ stata fortemente voluta in quel ruolo da don Bruno Bassetto e don Pietro Giacobbe. E’ lei con molta probabilità l’autrice di molti post della pagina “strappalacrime” di facebook del liceo Sacro Cuore.

Dott. Stefano Iorio, marito della prof.ssa Di Simio, impiegato presso l’università di Foggia, nella facoltà di Economia e a tempo perso collaboratore della moglie, e tuttofare della scuola paritaria. Dal giorno delle consegne didattiche è stato sempre vivacemente presente nell’istituto scolastico. Nel mese di ottobre 2013 è stato nominato anche membro del nuovo CDA.

La prof.sa Cinzia di Mola, fortemente sponsorizzata da don Bruno Bassetto. Attualmente vicepreside detta anche “la vicaria”. Laureata in scienze politiche, docente da alcuni anni presso la scuola, con una figlia diplomata nella stessa scuola. Moglie dell’ing. Silvio De Pascale, anche lui come il dott. Iorio, molto attivo a scuola, senza nomina nel CDA, ma “esperto esterno”.

Dott. Diego Ciccarelli 62 anni. Amministratore del Liceo Sacro Cuore, fino allo scorso anno. “Espulso” ad ottobre 2013, perché non gradito. Nei mesi di settembre – ottobre 2013, “parcheggiato” senza direttive nell’ufficio degli addetti di segreteria, fisicamente impedito di accedere al suo vecchio ufficio e alla fine espulso. Padre di due figli non ancora sistemati. In causa di lavoro con il Seminario Diocesano.

Angelo Berardi. Una figlia di 3 anni. Addetto di segreteria. Tre ore partime, ufficiali, molto di più per straordinari ed effettive ore di presenza in ufficio. Anche lui “espulso” perché non gradito. Il primo a vincere la causa di lavoro contro mons. Tamburrino

Angela Nardella, in attesa di convolare a giuste nozze. Addetta di segreteria. Tre ore partime, ufficiali, molto di più quelle straordinarie. Non cacciata assieme a Ciccarelli, a Berardi e gli operatori Onlus. Tenuta in servizio con l’artificio delle due ore giornaliere, di venti giorni in venti giorni. Alla fine “espulsa” anche lei. Motivazione a voce: “perché faceva uscire documenti riservati dalla segreteria”. Di fatto per una situazione resosi insostenibile. Anche per lei ricorso al tribunale del lavoro e in più all’ispettorato del lavoro, per le ore non conteggiate e per il doppio contratto di lavoro, presso la stessa ditta.

Onlus Giovanni Paolo II. Dai tre o quattro (a seconda l’esigenza) operatori per il servizio di pulizia, di assistentato ai corridoi, e psicologo. Anche loro hanno subito la stessa sorte nel cambio di gestione. Non graditi. Fisicamente impediti, per ordine di Tamburrino, di accedere ai locali della scuola. Alla fine espulsi. La onlus è in causa per mesi non pagati e la risoluzione unilaterale del contratto.



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