mercoledì 3 settembre 2014

DON NUNZIO VISTO DA VICINO


DA L'ATTACCO DEL 3 SETTEMBRE 2013


La biografia di don Nunzio Galantino ha l’andamento dell’esemplarità del giovane seminarista di belle speranze. Da wikipedia: “dopo aver frequentato il seminario diocesano di Ascoli Satriano compie gli studi del ciclo istituzionale presso il seminario regionale di Benevento conseguendovi il baccalaureato in Teologia nel 1972. Prosegue poi gli studi presso l'Università di Bari conseguendo nel 1974 la laurea in Filosofia. Nel 1981 ottiene il dottorato in Teologia Dogmatica presso la Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli, Sezione San Luigi. È ordinato presbitero il 23 dicembre 1972 per la diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano. Dopo l'ordinazione sacerdotale svolge i seguenti incarichi pastorali: dal 1972 al 1977, vice rettore del seminario di Foggia e assistente dell'Azione Cattolica Ragazzi; dal 1974 al 1977, docente al Pontificio Seminario Regionale di Benevento; dal 1977 al 2011, parroco di San Francesco d'Assisi in Cerignola, vicario episcopale per la Pastorale, vicario episcopale per la Cultura e la Formazione Permanente; dal 1977, docente di Antropologia presso la Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale (dal 2001 ordinario della medesima cattedra); dal 2004, responsabile del Servizio Nazionale per gli Studi Superiori di Teologia e di Scienze Religiose della C.E.I. Dal 1º agosto 1996 è cappellano di Sua Santità. Il 9 dicembre 2011 papa Benedetto XVI lo nomina vescovo di Cassano all'Ionio. Il 28 dicembre 2013 papa Francesco lo nomina segretario generale ad interim della Conferenza Episcopale Italiana; il 25 marzo 2014 lo stesso papa lo nomina segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana ad quinquennium. La sua storia culturale (laureato nella troskista università di Bari, ma senza farsene troppo scalfire) dovrebbe avergli aperto gli occhi sulla realtà di un mondo, quello comunista, che come ha detto recentemente papa Francesco, “ci ha fregato il primato della carità verso gli ultimi e i più poveri”. Senza dubbio la definizione che più gli si addice è quella ”moderato sintetico a priori” che usavamo in seminario per identificare alcuni compagni, pur aperti al dibattito e alle tematiche del nostro tempo, che all’epoca sessantottina pur scuotevano le strutture religiose, ma  mai “arrabbiati”, o “engaged”, francesismo con il quale gli inglesi stigmatizzano quel periodo. Moderati e attenti soprattutto a non rompere con l’autorità costituita, non tanto per vigliaccheria, ma per la paura di una terra di nessuno (senza autorità) nella quale molti nostri compagni pur si sono persi.. Non si schieravano certo con i “conservatori”, spesso ottusi e sussiegosi, da vomito, ma neppure apertamente con chi a gran voce chiedeva una riforma radicale, in una chiesa post conciliare, che da tempo andava perdendo colpi e pezzi importanti. Anche i suoi scritti tradiscono questa voglia diciamo “progressivamente moderata”, al passo con i tempi…ma non troppo: Storicità come fedeltà alla terra in Dietrich Bonhoeffer, 1985; Coscienza storica, interpretazione e verità, 1988; Dire "uomo" oggi. Le nuove vie dell'antropologia filosofica, 1993, Antonio Rosmini, Delle cinque piaghe della Santa Chiesa, con saggio introduttivo e note, 1997. Don Nunzio è fatto così, e meno male: un po’ ci appartiene e un po’ no. Con questo “suo fare”, ne ha fatta di strada nei gangli del sistema chiesa ed è arrivato molto in alto, grazie a Dio e alla lungimiranza di papa Francesco (era l’ultimo della lista dei candidati…e il papa ha scelto proprio lui). Allora cosa non convince in don Nunzio, come non convince in papa Francesco? Proprio quell’essere “moderati sintetici a priori”. Per carità forse un grande dono dello Spirito in una chiesa allo sbando come l’attuale con il rischio di sgretolarsi a ogni sussulto (20mila gesuiti e altrettanti salesiani hanno buttato la classica tonaca alle ortiche e non sono i soli),. La domanda è la stessa di allora: “siamo proprio sicuri che questo moderatismo sintetico a priori” salverà la chiesa dal baratro dell’insignificanza per l’uomo d’oggi e del futuro, nel quale qualcuno l’ha fatta sprofondare? Personalmente nutro molti dubbi: ci vuole ben altro che un sano moderatismo per restare al passo con un mondo che corre da sempre molto più di noi. Ma in fondo sono contento che personaggi alla don Nunzio siano stati posti in quei centri di potere e di responsabilità…verranno presto neutralizzati, si sa, da un sistema che mal li sopporta, ma almeno, finché stanno in carica, speriamo che si ricordino degli amici di un tempo. Un po’ di protezione, da grane strumentali e speciose, non fa male di questi tempi. Buona strada don Nunzio.



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